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ANDREA LAVARIA

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Avvicinatosi alla fotografia come hobby, grazie all’interesse trasmesso dal padre Eraldo.
Da una visione dilettantistica e vacanziera della fotografia arriva una prima esperienza professionale come fotografo sulle navi da crociera; un’interpretazione molto didascalica del significato della fotografia, ma un modo per vedere oltre il semplice risultato della “bell’immagine con il cielo azzurro”.
Da questo momento in poi la fotografia diventa, oltre che una splendida passione, una nuova opportunità e una continua ricerca stilistica e personale.

Dal 2001 al 2005 incrocia collaborazioni nei diversi ambiti della fotografia, grazie all’incontro con una Onlus impegnata in progetti in Africa approda alla prima esperienza di reportage con un viaggio in Kenya,  per conoscere e documentare la realtà dei bambini di strada nelle baraccopoli di Nairobi. Da questo viaggio nasce il racconto fotografico “Dalla Strada alla Speranza”.

L’energia e le sensazioni dell’esperienza africana continuano in un secondo viaggio sempre in Kenya nel 2006. Attraverso diversi itinerari nel Nord, questa volta le immagini documentano un progetto specifico di una scuola tecnica professionale a Maralal. Anche da questa avventura esce una interessante raccolta di immagini dal titolo appunto: “Maralal una valida alternativa”.

 

Nuova possibilità di viaggio e di conoscenza nel settembre 2007 destinazione Sri Lanka presso alcuni progetti di ricostruzione e sviluppo nelle zone ad Est del paese colpite dalla tragedia dello Tsunami  e martoriate da 30 anni di conflitti etnici interni; un progetto ancora in fase di scoperta e sviluppo.
Dal 2015 riprende la strada del reportage fotografico collaborando con Coop Farsi Prossimo per documentare il progetto da cui la mostra Tempi Supplemenari e altre iniziative legate ai centri rifugiati su Milano.
Sempre in ambito sociale, nel 2016 documenta il Progetto “Chi fa da sé” dell’Associazione Il Respiro di Canegrate in provincia di Milano.

Nelle diverse situazioni di lavoro, dopo l’aspetto principalmente documentativo, prevale la ricerca di dettagli di contorno che rappresentano e trasmettono sensazioni e l’atmosfera proprie del momento in cui la storia si sta svolgendo: lo straordinario nell’ordinario e, con un po’ di presunzione, ogni immagine una storia.

 

Il reportage come comunicazione sociale e di società è ora, la vera direzione fotografica, nel contempo affianca la collaborazione come free-lance con alcune importanti società come fotografo per eventi aziendali, fotografia di corporate e business; diverse altre collaborazioni occasionali con altri sigle in ambito commerciale.

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